Gli ebrei rimasero nomadi nel deserto alla ricerca della loro Terra Promessa, da dove i loro antenati avevano avuto origine circa 220 anni prima. L'itinerario dell’Esodo non è chiaramente conosciuto e probabilmente mai lo sarà. Non esistevano carte geografiche. Effettivamente, non sarebbero state elaborate fino al 580 a.C. da Anassimandro di Mileto in Grecia, cioè circa 870 anni dopo. Al giorno d'oggi, Anassimandro è riconosciuto generalmente per essere stato il primo cartografo al mondo. Di conseguenza, gruppi di esploratori dovevano essere inviati per determinare la linea migliore di avanzamento.
Essenzialmente, queste esplorazioni portarono gli Israeliti sulla Costa Est del Sinai. Dopo un certo numero inutili trasferimenti e con soste durate anche parecchi anni, finalmente si concluse il viaggio lungo il lato orientale del Mar Morto (mare salato). Così, dopo 37 anni e un viaggio di circa 650 miglia, raggiunsero il Monte Nebo, adiacente all'angolo di nordest del Mar Morto. Jericho era chiaramente visibile dall'altro lato del fiume Giordano. E’ qui, nel 1410 a.C., che Moses morì, anche se la sua tomba non è stata mai individuata. Se vero, poteva avere 117 anni!
Joshua, (Yehoshûa') che era stato il comandante militare per alcuni anni durante l’ultima parte dell'esodo, assunse il comando da Moses. Condusse gli Israelites a conquistare Jericho. In effetti distrusse sia la città che la popolazione così che rimase abbandonata da allora in poi per secoli. Continuò conquistando tutto il paese dalla collina di Canaan fino a Hazor (cinque miglia a Nord del mare di Galilea). Sulla strada conquistò Shechem (ora Nablus) e Shiloh. La città di Shiloh alla sommità della collina da allora in poi si trasformò nell’area di sosta permanente dell'Arca e del suo Tabernacolo per i successivi 400 anni circa.
Dopo la morte di Joshua, le tribù si frammentarono sotto i loro propri capi separati, che sarebbero stati conosciuti come i giudici. Quattro tribù si diressero verso il sud-ovest, mentre le otto rimanenti si estesero verso il litorale e verso il nord approssimativamente all’altezza di Hazor. Era inevitabile che tutte fossero implicate in frequenti schermaglie con le varie città stato o regni minori per rendere sicura la loro terra. Questa situazione turbolenta durò fino al NC 1010.
In un'occasione, durante il periodo di Samuel (Shmuél) che era l'ultimo di grandi giudici, gli Israeliti combatterono una lotta feroce contro i filistei intorno a Ebenezer. Quando si accorsero che la battaglia stava andando male, Eli l'alto sacerdote ordinò ai suoi due figli di prendere l'arca dalla zona della battaglia per dare coraggio ai connazionali. Nonostante ciò, furono sconfitti ed entrambi suoi figli rimasero uccisi. L'arca venne conquistata (10). Nel frattempo Eli, che era un uomo piccolo e grassoccio, stava sedendo tranquillamente in cima ad una parete di pietra attendendo il risultato quando le notizie della sconfitta lo raggiunsero. Rimase sconvolto, si rovesciò indietro e si ruppe il collo.
Sorprendentemente, dopo soli sette mesi, i Filistei chiesero agli Israeliti di prendere indietro l'Arca. Si ritiene che avessero sofferto di malattie improvvise e diffuse che attribuirono al suo possesso illegale. L'arca venne frettolosamente recuperata e portata su un carro improvvisato a Kiriath, otto miglia (13 chilometri) ad ovest di Gerusalemme dove fu reinserita nell’antico Tabernacle (11).
In quel tempo quasi tutte le tribù Israelite desideravano ardentemente la pace e la stabilità che ritenevano sarebbe potuta venire con la riunificazione. Di conseguenza, fecero appello a a Samuel per nominare un capo da incoronare re “come le altre nazioni„. Egli scelse e consacrò Labayu che, dopo la sua morte, venne conosciuto come Saul. (Shaûl nella tradizione ebraica) La sua gente lo ricordò sempre come “Grande Leone di Yaweh„. (See Appendix E)
Re Saul spese la maggior parte del suo regno combattendo le tribù della collina ed i Filistei. Un capo ribelle, denominato David, diventò importante con il suo grande contingente di mercenari ebraici che non dovevano fedeltà a nessuna tribù particolare. David stesso era della tribù di Judah essendo nato di origini umili a Bethlehem. Probabilmente, Saul chiese a David di trasferirsi ed gli offrì il rifugio cercato nel regno di Philistia
Come vendetta su Saul, David offrì la sua forza ai Filistei essendo venuto a conoscenza che stavano preparando il loro attacco a Saul, ma il suo gesto venne rifiutato poichè i filistei non si fidarono. Il risultato finale fu, nello scontro finale di Saul con i Filistei sul Monte Gilboa, che venne tradito da una sezione delle sue truppe che provocarono la sua sconfitta totale. Tre dei figli del Saul, compreso Jonathan, vennero uccisi e Saul stesso si suicidò. I quattro corpi vennero decapitati e le loro teste sospese sulle mura della vicina città di Bethshean.
Nel frattempo, David si era mosso prendendo il controllo come re della città stato di Hebron in cui precedentemente aveva sposato la figlia di Saul, Michal. Il figlio restante di Saul, Ishbaal, ereditò il regno ma regnò in modo inefficace per soli sette anni prima di contrarre la malattia di cui morì. Al che David sfruttò subito la sua posizione come genero di Saul e pose i presupposti per divenire re di Israele.
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